Dr.ssa Sara Verdini

Psicologa Psicoterapeuta, Consulente Tecnico e Psicomotricista Funzionale

Tag: psicomotricità

Perché si parla di Spettro dell’Autismo?

L’Autismo, o come meglio definito, la Sindrome dello Spettro Autistico, viene indicato come una “sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita” (Linee guida per l’autismo, SINPIA-2005). Le aree di sviluppo coinvolte son quella dell’interazione sociale, del comportamento e della comunicazione.


👉Nel DSM 5 – Manuale Diagnostico Statistico (DSM V, 2013) è stata concettualizzata e definita una nuova categoria dignostica che, comprendendo un insieme comune di comportamenti, si può adattare alle diverse ed eterogenee presentazioni cliniche individuali. Uno spettro, quindi un insieme eterogeneo di caratteristiche, riflette meglio lo stato attuale delle conoscenza riguardo la patologia e la sua manifestazione clinica che, appunto, può essere altamente eterogenea e differenziata caso per caso, con diversi livelli di gravità


✅Si parla dunque di spettro per indicare la diversità di situazioni e caratteristiche, che vanno lungo un continuum, da lieve a estrema gravità.


👉Presso il mio Studio, in seguito a un inquadramento diagnostico e una valutazione clinico-comportamentale, oltre a un periodo di osservazione, procedo all’individuazione degli interventi attuabili per il bambino. L’intervento viene attivato a seconda delle potenzialità, delle necessità e bisogni del bambino, tenendo presente che una diagnosi precoce può permettere un intervento tempestivo e quindi una migliore prognosi: intervenire subito significa dare la possibilità al bambino di avere gli strumenti necessari per far fronte alle varie fasi di crescita.

✅Mai attendere che fattori o situazioni “problematiche” si risolvano da sole: nella maggior parte dei casi non è così, anzi! Alcuni aspetti potrebbero aggravarsi, rendendo più difficile un intervento futuro.

Questo è un post del mio profilo Instagram: psicologia.e.psicomotricità

La Propriocezione

La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del corpo e degli arti nello spazio, indipendentemente dalla vista, sia durante il mantenimento di posture statiche che durante il movimento.

La propriocezione ha un ruolo centrale nel controllo del corpo e nel mantenimento della posizione, anche della posizione eretta.


💪Durante lo sviluppo del bambino è importante stimolare e potenziare la propriocezione: aiuta a finalizzare il movimento e a rendere le azioni efficaci sul mondo, permettendo di riconoscere se stessi nello spazio.


💪Negli adulti, anche a seguito di un trauma (cadute, cambiamenti coprporei,..), il sistema propriocettivo può alterarsi: le sensazioni avvertite e le conseguenti risposte motorie saranno diverse, producendo a loro volta risposte motorie alterate.


📍Grazie ad un percorso riabilitativo, con stimoli statici e dinamici, è possibile ristabilire la corretta funzionalità.
Oltre a ciò, questo allenamento è fondamentale per favorire l’ascolto del proprio corpo, per potersi percepire in modo più completo e globale.

Psicomotricità Funzionale: la manipolazione di materiali

Crescendo, il bambino sperimenta il passaggio dalla totale dipendenza dall’adulto ad una autonomia sempre più in evoluzione.

Grazie a che cosa il bambino può essere favorito in questo passaggio?

E’ grazie al movimento e allo sviluppo motorio che piano piano il bambino sarà in grado di esplorare l’ambiente, arricchendo la sua esperienza e il contatto con il mondo. 

Tra i 6 e gli 8 mesi infatti, dopo aver acquisito l’abilità di pressione e di afferrare oggetti, il bambino si sperimenta in situazioni diverse e con materiali diversi: tocca superfici, gioca con la terra, la sabbia.. fino ad avere l’abilità di afferrare e lanciare anche oggetti, “per vedere che cosa succede”.

Ecco che quindi diviene da spettatore dipendente dall’adulto, ad attore che agisce nell’ambiente, in grado di modificarlo. La manipolazione di diversi materiali permette al bambino di potenziare i muscoli coinvolti nella pressione, ma anche nel regolare la sua coordinazione occhio-mano, la motricità oculare e allenare l’attenzione focalizzata. Nella sua esperienza al Nido d’Infanzia e alla Scuola dell’Infanzia sono infatti previste delle attività che mirano proprio a sviluppare tali capacità.

Trovandosi immerso in processi manipolatori, il bambino può verbalizzare ciò che succede: ciò favorisce la comparsa di interazioni sempre più complesse con gli adulti di riferimento, dove anche il linguaggio si arricchisce. 

Nei bambini dove si assiste ad un ritardo nello sviluppo delle tappe motorie, spesso vengono proposte attività di manipolazione di diversi materiali: l’obiettivo è quello di colmare eventuali lacune nei diversi passaggi evolutivi, favorendo il linguaggio e le abilità cognitive, in un progetto psicomotorio. 

Quali materiali sono adatti alla manipolazione?

👉 Tutti i materiali sono buoni per favorire la manipolazione! Meglio prediligere materiali naturali sabbia, sassi, foglie, rametti,.. ma anche pasta, impasti, acqua, didò, creta….

dr.ssa Sara Verdini, Psicologa, Psicomotricista Funzionale

Esistono gli esercizi di Psicomotricità?

“In Psicomotricità si fanno esercizi?

..Come in palestra?

Dovrò portarmi un cambio?

Farò fatica?”

Ecco alcune domande che talvolta sentiamo fare sulla Psicomotricità.

In realtà nell’intervento Psicomotorio Funzionale viene eseguita, all’inizio del percorso, un’analisi funzionale dettagliata degli aspetti psicomotori della persona, per poi valutare le necessità e i bisogni. In base a ciò vengono proposte delle attività definite “esperienze” (non esercizi!) utili al suo sviluppo: possono essere esperienze di aggiustamento motorio, di rilassamento tonico, di equilibrio, grafo motorie, ecc.. utili, funzionali e specifiche per la persona.

Per questo non esistono esercizi standard che possono andar bene per tutti: le esperienze vengono pensate e adattate alla persona, ai suoi bisogni e al suo livello di necessità, oltre che alla piacevolezza o interesse che possono suscitare.

Può capitare dunque che per un bambino di 4 anni sia necessario fare esperienze sull’attivazione e sull’attenzione nel gioco simbolico, oppure, per un bambini di 6 anni, delle esperienze sull’inseguimento visivo e sull’aggiustamento del gesto grafico, visto il futuro inserimento alla scuola elementare, o ancora, per un bambino di 10 anni, un percorso #riabilitativo di abilità toniche e di equilibrio.

🌱Non esistono quindi esercizi in psicomotricità, ma esperienze in un percorso ricco di attivazione di potenzialità, specifiche per ognuno di noi.

dr.ssa Sara Verdini, Psicologa, Psicomotricista Funzionale

Attività per il PREGRAFISMO

Attività da fare in casa con i bambini, per promuovere il pregrafismo con la Psicomotricità Funzionale

Con la chiusura delle scuole, molti bambini della Scuola d’Infanzia hanno interrotto i programmi di preparazione alla scuola Elementare, sia nell’apprendimento, sia in tutti quei prerequisiti che costituiscono un bagaglio importante da portare alla Scuola Primaria. 

In casa è possibile fare tante attività e con del materiale facilmente recuperabile, possiamo aiutare i nostri bambini ad acquisire abilità importanti, bastano alcuni accorgimenti e obiettivi ben chiari.

 

Di seguito troverai il collegamento a video su Instagram che ho realizzato, proponendo attività utili per il pregrafismo.

Infine, per alcune attività ti allego del materiale utile, da stampare o da riprodurre sul foglio.

 

DISEGNO SULLA SABBIA\FARINA

LINEE CURVE, SPEZZATE, SPIRALI

PUNTINISMO

TANGRAM

COORDINAZIONE E DISSOCIAZIONE MOVIMENTI

FORME E SIMMETRIAMODELLI SIMMETRIA

COORD. MOTORIA E OCULOMANUALE, RITMO E SEQUENZEMODELLI SEQUENZE

ABILITà VISUOSPAZIALI

Dr.ssa Sara Verdini, Psicologa e Psicomotricista Funzionale a Firenze

Via del Palazzo bruciato, 7 B - Firenze

Email: studiodipsicologiainfo@gmail.com - Tel. +39 340 3695105

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