Dipinto di @meghanptf, Instagram

“Non ce la farò mai.”

“Questa situazione non cambierà mai.”

“Purtroppo è così. Non succederà mai.”

“Non serve a niente.”

Questi sono solo alcuni dei dialoghi (interiori o meno), che si sentono (o si dicono!) prima di rivolgersi da un professionista psicologo.

Hai notato? Aldilà del contenuto, tutte le frasi contengono una particella particolare, un avverbio: NON. 

Nello studio dello psicologo si cerca di ribaltare il mondo di disperazione, debolezza e fragilità che la persona porta, un mondo spesso saturo di NON e di negazione (“non vedo come fare altrimenti, non cambierà, non serve a nulla”): sia negazione del cambiamento, sia della possibilità di un cambiamento, un cambiamento positivo.

Rivolgersi ad uno psicologo significa darsi la possibilità di scoprire la forza dove tutti gli altri vedono, noi stessi per primi vediamo: impossibilità e rassegnazione. Ed ecco che la psicologia entra e sostiene la persona nel darsi la possibilità, nell’usare i punti di forza e le capacità per rispondersi ed attivarsi, rispondendo al meglio con ciò che si ha, alla domanda:come posso stare meglio?

Ma ecco alcuni altri dialoghi: 

“Ho paura ad andare dallo psicologo, ho paura di piangere.”

In tale prospettiva, dallo psicologo è possibile piangere.. Ma possiamo concederci questa possibilità. Ma anche altre: arrabbiarsi, ridere, scherzare. E’ possibile esprimere tutte le emozioni (non esistono emozioni positive o negative!): insieme a noi avremo un professionista esperto che ci permetterà di riconoscerle e trasformarle in risorse per noi stessi.

“È un percorso troppo lungo.”

Può darsi. Oppure no. 

Quando si inizia un percorso è difficile dare una stima della sua durata: sono tanti i fattori in causa. Ma può darsi che sia tanto più lungo quanto più il disagio è presente, per questo prima si interviene, meglio è. 

“..E poi costa troppo.”

Sintomi e disagi psicologici hanno effetti diretti sul nostro corpo e sulla possibilità di sviluppare malattie, ormai è confermato. Inoltre in un progetto inglese (Improved Access to Psychological Therapies – IAPT) sono stati riportati dei dati sui costi di disagi non trattati: “mediamente, una persona con depressione ha il 50% di disabilità in più rispetto a persone con patologie croniche come angina, artrite, asma o diabete. Disturbi psicopatologici impattano sino al 40% se in presenza di altre malattie mediche, ad esempio, per il diabete si calcola che uno stato di depressione fa aumentare del 50/75% la spesa sanitaria per paziente. Depressione ed ansia costituiscono circa la metà dei motivi di assenze dal lavoro nella popolazione under 65, hanno effetti simili a quelli del fumo sull’aspettativa di vita e maggiori di quelli dell’obesità”.

Il costo e le spese per le conseguenze di disagi psicologici superano di gran lunga i costi per interventi psicologici. Questo il motivo per cui i promotori del progetto affermano che il trattamento psicologico non costa nulla perché si paga da solo”.

Investire adesso e subito sulla nostra salute permette di assicurarci un miglioramento nel lavoro, nella vita quotidiana, in momenti particolari di vita e nelle nostre relazioni utilizzando i punti di forza e le risorse che abbiamo, oltre che investire in un “mercato continuamente in via di sviluppo“: noi stessi. 

Presso lo Studio di Psicologia Sinapsy mi dedico a colloqui di sostegno e consulenza psicologica.

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Ho raccolto piccole considerazioni su alcuni temi molto frequenti, che coinvolgono situazioni di:
Ansia

Stress

Disagio lavorativo

e percorsi di sostegno alla genitorialità.

 

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