La valutazione del danno alla sfera psichica della persona è un ambito molto rilevante all’interno della Psicologia Giuridica: a seguito di eventi particolari o traumatici infatti, la persona potrebbe sviluppare un danno biologico di natura psichica o un danno alla sofferenza soggettiva, che necessita una giusta valutazione, presa in carico e risarcimento nella vicenda giudiziaria.

La connessione causale tra gli effetti e l’evento scatenante è un requisito fondamentale per il risarcimento degli effetti di un evento, oltre all’accertamento che tale fattore scatenante sia un elemento doloso o colposo che comporta, per chi l’ha provocato, l’onere del risarcimento. A tal proposito dunque è fondamentale la valutazione:

  • dell’esistenza o meno di un danno biologico di natura psichica e\o di un danno alla sofferenza soggettiva;
  • il nesso causale tra tale danno e l’evento lesivo e la permanenza del danno.

Esempi possono riguardare l’accertamento di un presunto danno da mobbing, stalking, danno da lutto, da menomazione fisica, alla sfera sessuale, danno estetico, danno da handicap.

Valutazione del danno psichico

Gli obiettivi della valutazione sono finalizzati all’elaborazione di una diagnosi e all’esclusione di eventuali comportamenti enfatizzanti o di simulazione, dando un quadro della vita del soggetto e di come l’evento abbia eventualmente inciso nella sua qualità di vita, provocando sofferenza e cambiamento.

Il Consulente Tecnico d’Ufficio, nominato dal Giudice, provvede alla valutazione della persona, mentre i CTP (Consulenti Tecnici di Parte), indicati dalle due parti e dagli avvocati, garantiscono la correttezza dei passaggi e della valutazione stessa.

In casi extragiudiziali è possibile predisporre una valutazione della persona da un perito, in modo da poter procedere in seguito alla richiesta di una CTU in ambito giudiziale.


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