Problema: ti vengono date della candele, una scatola di fiammiferi e un pò di puntine. Come puoi appendere a una parete le candele accese?

Si può cambiare?

Ovviamente cambiare si può: talvolta è indispensabile, oltre che desiderato.. specialmente se facciamo esperienza di disagio e difficoltà quotidiane. Ma sappiamo che non è facile.

Non è facile anche perché, prendendo spunto da alcune teorie sull’intelligenza e sul pensiero, vi sono dei meccanismi di ragionamento che la nostra mente adotta per sopravvivenza o per minor spreco di energia mentale che operano come ostacoli di fronte al cambiamento.

Se non riesci a cambiare non è colpa tua…beh, quasi. 

Per esempio, di fronte ad un nuovo problema, il nostro pensiero produttivo ci permette di cogliere nuove proprietà degli elementi del problema, i quali vengono così pensati e utilizzati in nuovi ruoli, oppure in una prospettiva diversa. Si attua così una “ristrutturazione” del pensiero, comportando la trasformazione del punto di vista dal quale il problema è analizzato, la scoperta di nuovi rapporti, nuove attribuzioni. 

Ma ecco che interviene la “fissità funzionale”, ovvero la tendenza a impiegare gli elementi del problema secondo il loro uso comune, quando invece la soluzione prevede che tali elementi vengano impiegati in un ruolo insolito (hai già risolto l’enigma proposto inizialmente?).

Stessa cosa per la “meccanizzazione”, ovvero la tendenza a ripetere la stessa strategia già attuata con successo nel passato: magari la nuova situazione potrebbe essere risolvibile in altri modi, ma, per “economia” delle risorse, viene riproposta una vecchia strategia, anche se non più funzionale. 

Oppure, la tendenza a trasferire da un contesto all’altro la stessa impostazione, senza cogliere la diversità di struttura che esiste tra due contesti (“atteggiamento latente”): una persona con un proprio modo di rispondere a una certa tipologia di problemi tende a rispondere a un diverso genere di problemi con la stessa modalità, anche se non è adeguata. 

Come si può “cambiare”?

Cambiare si può, anche se non è facile. E solamente conoscere alcuni dei meccanismi di pensiero qui citati, si può cambiare più consapevolmente!

O meglio, conoscere ed essere consapevoli di quanto avviene nella nostra mente (a livello inferiore), ci rende più abili ad oltrepassare questi ostacoli. Possiamo operare una “metacognizione”, ovvero usare l’insieme delle riflessioni che l’individuo è in grado di compiere circa il funzionamento della mente, propria e altrui, ma anche far riferimento all’interpretazione da lui fornita rispetto al compito che svolge, agli aspetti che ritiene importanti , agli obiettivi e alle strategie che si prefigge, ecc… 

Essere coscienti delle proprie capacità, abitudini o preferenze, del senso di insicurezza o di padronanza che certe situazioni ci provocano, così come le emozioni e le motivazioni siano collegate al problema, anche grazie all aiuto di un professionista, permette di essere maggiormente competenti metacognitivamente nel ragionamento e nella quotidianità.. per agire diversamente, cambiando.


Ci avevi pensato?

Soluzione dell’enigma: è possibile usare la scatola dei fiammiferi come supporto inchiodandola al muro e fissarci sopra le candele, facendo colare la loro stessa cera sulla scatola. La scatola viene solitamente pensata nella sua solita funzione e non come supporto o mensola, come in questo caso. 

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